IMG_3426di Andrea Stocchiero*

La Piattaforma Italiana di Concord ha partecipato all’evento Sabir di Lampedusa, per la commemorazione delle vittime del 3 ottobre 2013 e per rilanciare la riflessione e la proposta di una nuova politica Mediterranea su migrazioni e sviluppo.

La mattina del 4 ottobre diverse organizzazioni aderenti a Concord hanno organizzato una sessione tematica su migrazioni e sviluppo (il programma è scaricabile da: http://www.concorditalia.org/events/festival-sabir-lampedusa/), discutendo del diritto a migrare e di scegliere liberamente il luogo dove vivere, non come costrizione, ma per lo sviluppo della persona e delle comunità locali.

Sono state discusse nuove politiche di sviluppo e per la mobilità coerenti, per superare la logica della sicurezza e del controllo delle frontiere, capaci di coinvolgere i diversi attori in un’ottica transnazionale, e di tutelare i diritti dei migranti tenendo conto dell’impatto sui paesi di origine e di transito.

Sono state presentate proposte concrete su come trasformare i partenariati di mobilità nel Mediterraneo in accordo con piani partecipati di sviluppo e cooperazione delle comunità locali, al nord e al sud del Mediterraneo, dando voce ai migranti e alle loro associazioni, cambiando le direttive europee (come la direttiva ritorno) e le leggi nazionali escludenti come la “Bossi-Fini”. Le proposte possono essere lette nel documento di lavoro scaricabile da: http://www.concorditalia.org/wp-content/uploads/2014/09/100-copie-colore-documento_lavoro-finale.pdf.

L’incontro ha avuto lo scopo di condividere le proposte e aprire un confronto con diversi parlamentari europei e organizzazioni sociali, tra cui in particolare associazioni di migranti. La partecipazione è stata importante e vivace. I parlamentari presenti (Cecile Kyenge, Silvia Costa, Elena Schlein, Khalid Chaouki, Rosetta Enza Blundo) hanno condiviso le proposte focalizzando l’attenzione su diverse questioni calde come:

  • la necessità di continuare con l’operazione Mare Nostrum contestando il passaggio a Triton, di creare presidi per il riconoscimento del diritto all’asilo nei paesi vicini ai conflitti, di modificare il regolamento Dublino per un migliore burden sharing tra i paesi membri, migliorando i sistemi d’asilo deficitari, come quello italiano, e “obbligando” i governi a partecipare alle operazioni di reinsediamento;
  • di promuovere una politica europea sulla mobilità più aperta, contestando l’intergovernamentalismo a danno della comunitarizzazione europea, migliorando le direttive per il mercato del lavoro (ad esempio quella sulla carta blu e sugli stagionali), definendone di nuove ad esempio rispetto al problema del brain drain, pianificando i bisogni del mercato e gli investimenti necessari su settori come quello della salute, e avanzando nuove iniziative sul versante migrazioni e cultura ad esempio nella politica su Europa Creativa;
  • di migliorare la politica sull’immigrazione valorizzando la sussidiarietà tra organizzazioni sociali, comuni e regioni, ad esempio con un approccio family-to-family per i minori stranieri non accompagnati,
  • di riconoscere e rafforzare il ruolo e le competenze dei migranti e delle loro associazioni nella definizione delle politiche di sviluppo umano, nel dialogo con i paesi di residenza e di origine, abrogando la “Bossi-Fini” con una nuova legge sull’immigrazione coerente con quella sulla cooperazione internazionale.

Alcuni interventi di organizzazioni sociali hanno evidenziato come, a monte, modelli di sviluppo “estrattivi” e insostenibili stiano conducendo a crisi sociali ed ambientali che provocheranno sempre più migrazioni per costrizione. L’apertura ai migranti deve quindi andare di pari passo con una trasformazione profonda dei modelli di produzione e consumo. Di qui l’importanza di integrare di più e meglio la questione migratoria in quella che sarà la nuova agenda delle Nazioni Unite sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile post 2015.

Infine il Consigliere Paolo Palminteri del Ministero degli affari esteri e per la cooperazione internazionale raccogliendo le riflessioni e proposte avanzate ha confermato l’impegno nel considerare le migrazioni come un aspetto trasversale della politica di cooperazione, rispetto al mercato del lavoro e al ruolo del settore privato, così come al ruolo che svolgono le associazioni di migranti per la sicurezza alimentare, la salute e l’educazione nei paesi di origine. La priorità di migrazioni e sviluppo nella Presidenza italiana dell’Unione europea verrà portata avanti anche nel futuro. E in tal senso il Lussemburgo si è già proposto di continuare il lavoro durante la sua presidenza. Insomma, il lavoro per il cambiamento continua.

*Focsiv e CeSPI- Coordinatore del Gruppo Immigrazione di CONCORD Italia

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