Ampio intervento del VM Mario Giro all’assemblea di Concord Italia tenutasi a Roma lo scorso 4 novembre. All’ordine del giorno il conflittuale sviluppo delle politiche comuni europee sulle migrazioni con l’Italia che vuole giocare un ruolo da protagonista mettendo al centro il partenariato e la cooperazione con i paesi partner. “Non siamo mai stati così esposti sui tavoli di Bruxelles” e siamo disposti a “cominciare da soli” se la UE non dovesse seguirci. Il vice ministro Giro prende atto che il dibattito europeo si sta sempre più allontanando dalle proposte originariamente presentate dall’Italia ma resta fiducioso che qualcosa di importante si possa spuntare nonostante gli attacchi e le resistenze di un blocco importante di paesi membri in sede di Consiglio europeo. La proposta del governo italiano del Migration Compact è stata infatti rimaneggiata pesantemente dalla Commissione fino alla pubblicazione della Comunicazione sul Nuovo Quadro Partenariale con i Paesi Terzi secondo l’Agenda Europea sulle Migrazioni, documento che rappresenta una visione miope del fenomeno migratorio.
La posizione delle organizzazioni della società civile in merito è molto critica e viene sottoposta all’attenzione del vice ministro da Andrea Stocchiero, referente del Gruppo Migrazioni e Sviluppo di Concord Italia. Si tratta di dieci punti critici che non sono stati evidenziati solo dalla società civile bensì dal Parlamento Europeo in una risoluzione approvata a larga maggioranza lo scorso mesi di giugno prima del Consiglio Europeo: 1- l’obiettivo di lotta povertà deve guidare l’azione sulle migrazioni, 2- la cooperazione non può essere utilizzata a fini di controllo delle migrazioni, 3- le risorse finanziarie per l’accoglienza non possano essere contabilizzati come APS, 4- serve privilegiare l’utilizzo degli strumenti di cooperazioni esistenti, 5- è necessario elaborare una strategia di lungo termine, 6- aumentare le risorse per il capacity building nei paesi di origine, 7- confermare impegno al raggiungimento dello 0,7% del PIL, 8- eliminare la condizionalità tra risorse e capacità dei paesi di trattenere i migranti, 9- ribadire la necessità di rispettare la coerenza delle politiche e i diritti umani nella politica migratoria, 10- rispettare i criteri sull’efficacia dell’aiuto.
Il ministro ammette che sia la proposta italiana che quella presentata nella Comunicazione della Commissione UE possano causare una commistione tra politiche di cooperazione e politiche migratorie ma ritiene che questa sia l’unica mediazione possibile per ottenere qualcosa sui tavoli europei, “meglio affrontare questo problema in fase di controllo che porla come questione politica divisiva”. La proposta di Piano di Investimenti ormai associata al Migration Compact resta valida e prende spunto anch’essa da una proposta italiana, ribadisce Giro.
“Stiamo cercando di proporre come Italia un mix di risorse e azioni a vantaggio dei migranti cercando di ammorbidire gli aspetti più securitari del “migration compact” con altre misure che valorizzino il partenariato con l’Africa. Questo lo inizieremo a fare comunque con il fondo per l’Africa di 200 milioni inserito nella legge di bilancio 2017, un fondo per ora dedicato a 5 paesi, per un solo anno e solo per le questioni migratorie”.
Per quanto riguarda le prossime sfide l’Italia continuerà a mettere l’accento sui programmi di ritorno assistito e sulla lotta povertà puntando meno sul discorso rimpatri che di fatto sono poco attuabili e riguardano numeri comunque esigui.
Il VM Giro chiede infine alla società civile di continuare a svolgere il suo ruolo critico manifestando in modo forte e puntale le proprie posizioni nelle sedi nazionali ed europee.
Elias Gerovasi – Coordinamento Concord Italia – Mani Tese