a cura di Paola Berbeglia*
Finalmente dopo molti anni di attività, da quando la società civile italiana ha iniziato a lavorare sul tema di un’educazione basata sull’internazionalizzazione, sulla pace, sullo sviluppo, sull’inclusione sociale, si arriva a strutturare un documento di strategia legato all’educazione alla cittadinanza globale (ECG).
Non è la prima volta che questo tema viene trattato dalla società civile insieme ai Ministeri dell’Istruzione e degli Affari Esteri. Anni fa con la Sottosegretaria Letizia de Torre, le ONG arrivarono a definire un documento comune sull’educazione alla cittadinanza mondiale, ma la caduta del governo, dopo breve tempo, portò il documento ad essere utilizzato dal mondo delle ONG e dell’associazionismo, ma non dalle istituzioni. Adesso il tentativo viene rinnovato, purtroppo sempre in fine di legislatura, ma con la prospettiva si spera di un utilizzo di più lungo periodo.
Perché proprio adesso?
Fondamentalmente perché l’Agenda 2030 e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile identificano con chiarezza come un fattore di qualità e di apprendimento lungo tutto l’arco della vita; perché molte altre nazioni europee se ne sono dotate o ri-dotate da tempo (magari con diciture anche più datate, ad esempio educazione allo sviluppo); perché perfino il nuovo European Consensus on Development ne parla esplicitamente; perché il nuovo documento di programmazione triennale del Maeci ne fa un punto di qualità; perché rappresenta un punto di congruenza e di elaborazione a partire dal quale potranno essere meglio definiti e raggiunti obiettivi specifici attraverso l’apposito bando MAECI; perché anche altre istituzioni, come il MIUR, l’hanno ripresa, sia nel quadro sistematico di formazione dei docenti, sia come categoria di iniziative possibili realizzabili dalle scuole attraverso i suoi bandi PON; perché le Regioni e le Autonomie territoriali ne hanno fatto oggetto di uno specifico documento approvato il 4 febbraio 2016 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
Il documento è attualmente in fase di discussione all’interno del gruppo di lavoro voluto dal Maeci e in particolare dal Consigliere Bazzani, ora in Afghanistan, composto tra gli altri dalla provincia autonoma di Trento come responsabile e da Concord-AOI come vice-responsabile oltre a rappresentanti dall’Agenzia Giovani, della Conferenza dei Rettori delle Università italiane, dell’ANCI, di Cini e Link.
Le novità ci saranno presto, soprattutto perché la proposta è ancora in via di ulteriore definizione ma ormai abbozzata e subito dopo il 26 ottobre ci sarà la possibilità di contribuire attivamente al commento e alla modifica del testo.
La strategia ECG entrerà a far parte anche degli argomenti della prossima Conferenza Nazionale della Cooperazione Internazionale che si terrà a fine gennaio. Per allora tutto sarà ormai in forma definita sebbene una strategia sia per definizione un processo da sottoporre a convalida dell’esperienza.
Paola Berbeglia – Coordinamento area di lavoro DEAR Concord Italia – Crea onlus