a cura di Elias Gerovasi*
L’Unione Europea, così come l’intera comunità internazionale, conta sul contributo del settore privato profit quale attore chiave per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il ruolo del mondo imprenditoriale è nuovamente evidenziato nell’ultimo Consenso europeo per lo sviluppo.
Garantire condizioni di lavoro decente, passare a modelli di produzione sostenibile, utilizzare energia pulita e nuove tecnologie, sostenere il commercio equo e solidale delle materie prime; sono tantissime le modalità con cui il settore privato può dare un contributo dal livello locale a quello globale dalle piccole imprese fino alle multinazionali.
Ma l’attività d’impresa non è sempre positiva. Nelle cronache degli ultimi anni sono sempre più frequenti le storie inquietanti sulla violazione dei diritti umani, la mancanza di responsabilità, l’evasione delle tasse, il potere delle lobby d’impresa contro gli accordi sul cambiamento climatico.
Per garantire che il settore privato promuova risultati effettivi in termini di sviluppo sostenibile e lavori per la realizzazione dei diritti umani serve che l’Unione Europea e gli stati membri assumano impegni chiari e mettano in campo regole certe.
Per questo motivo la Confederazione europea CONCORD ha presentato lo scorso 9 ottobre un paper dedicato a questo tema dal titolo “10 point roadmap for Europe on the role of the private sector in development,” che evidenzia i dieci campi d’azione in cui l’UE dovrebbe intervenire per garantire accountability, efficacia e sostenibilità. Le dieci principali raccomandazioni toccano diverse aree politiche interconnesse: sviluppo, commercio e investimenti, fiscalità, regolamentazione finanziaria, concorrenza e giustizia.
- Abbandonare l’approccio “one-size fits all” applicato al settore privato nello sviluppo e concentrarsi su micro, piccole e medie imprese (MSME) e imprese dell’economia sociale
- Adottare meccanismi per evitare eccessive influenze delle imprese nei processi decisionali, tra i quali: registri obbligatori per lobbisti e regolamenti etici più forti
- Allineare il sistema finanziario con le agende sociali e ambientali, integrandole nei quadri politici e normativi della finanza pubblica e privata
- Garantire la fornitura pubblica dei servizi essenziali e riconoscere che la finanza privata non può sostituire gli investimenti pubblici
- Garantire che le aziende paghino la loro parte equa di imposte nei paesi in cui operano creando una maggiore trasparenza e sistemi di reporting migliorati
- Garantire che le norme sulla sostenibilità dei trattati sugli investimenti siano attuabili come le disposizioni che proteggono gli investitori
- Garantire che le imprese commerciali che operano al di fuori dell’UE rispettino i diritti umani e l’ambiente e contribuiscano allo sviluppo sostenibile
- Riformare la legislazione comunitaria in materia di concorrenza e stabilire linee guida per consentire iniziative che aumentino la sostenibilità senza violare il diritto comunitario in materia di concorrenza
- Garantire il rispetto dei principi di efficacia dello sviluppo in consultazione con le comunità locali e le organizzazioni della società civile; integrare questi principi nei processi e negli approcci delle istituzioni finanziarie per lo sviluppo
- Garantire la trasparenza e l’accountability quando i finanziamenti pubblici vengono utilizzati per sostenere gli investimenti privati nei paesi in via di sviluppo
Il paper di Concord riporta anche una serie di interessanti esperienze concrete messe in pratica attraverso la collaborazione tra settore privato profit, organizzazioni internazionali ed enti non profit. Esempi virtuosi già realizzati in diversi paesi su ognuno dei 10 punti della roadmap.
*Elias Gerovasi – Coordinamento Concord Italia – Mani Tese