E’ uscito Aid Watch 2018, il Rapporto che da dieci anni analizza dati e tendenze della cooperazione europea, realizzato da Concord Europa la Confederazione che raccoglie oltre 2600 ONG dei paesi dell’Unione.

Il titolo del rapporto, “La scala spezzata” è emblematico perché per la prima volta dal 2012 l’APS (Aiuto pubblico allo Sviluppo), di quello che è comunque il principale donatore a livello globale segna una battuta d’arresto. Nel 2017, secondo l’elaborazione basata su dati OCSE, si registra infatti una riduzione del 4% del volume degli aiuti, passando in percentuale dallo 0,51% 2016 allo 0,49% del 2017 (28 paesi più la Commissione). La scala della progressione verso il raggiungimento dell’obiettivo dello 0,70% al centro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile si spezza, allontanando una delle sue mete più importanti: non lasciare nessuno indietro. Seguendo questo ritmo la proiezione contenuta nel rapporto ci dice che l’obiettivo dello 0,70%, composto di aiuto allo sviluppo autentico sarà raggiunto non nel 2030 ma nel 2057.

I costi dei rifugiati: una delle cause del regresso dell’aiuto

La decrescita dell’aiuto ha varie ragioni. La principale è dovuta al manifestarsi dei primi effetti dell’impatto della riduzione dei flussi migratori, dopo il picco raggiunto nel 2015-2016. Infatti In questi anni la voce “costi dei rifugiati” è diventata una parte sempre più importante dei bilanci della cooperazione, ed è cresciuta in modo imponente non solo in Italia, ma anche in molti paesi del continente. Ricordiamo che si tratta di risorse spese nei propri paesi e non nei Paesi in via di sviluppo.

La diminuzione è quantitativamente relativa, ma ci chiediamo come saranno impiegate le risorse prodotte dalla contrazione dei prossimi anni. Come saranno impiegate le risorse che si renderanno disponibili? Verranno reimpiegate per lo sviluppo sostenibile e in modo coerente con la missione della cooperazione: la lotta alla povertà e lo sviluppo sostenibile?  Oppure segneranno un arretramento delle politiche di sviluppo europee, dopo tanto parlare di Piani Marshall per l’Africa?

 

Aiuto autentico, aiuto gonfiato

I pioli della scala spezzata che ci allontanano dal raggiungimento degli obiettivi di sviluppo, non sono solo quantitativi ma riguardano anche la qualità dell’aiuto. Degli oltre 72 miliardi di euro di impiegati il 19%, pari a 14 miliardi di euro, risulta corrispondere alla categoria di “aiuto gonfiato”. L’aiuto gonfiato sono dei flussi che non corrispondono all’aiuto autentico o efficace, mirato ad intervenire sulle cause che generano povertà ed esclusione. Secondo Concord questi costi dovrebbero essere scorporati da un onesto  conteggio di un aiuto autentico ed efficace.  Si tratta oggi della componente dei costi dei rifugiati, non sempre corrispondenti alle nuove e più stringenti regole stabilite dal Comitato sviluppo (DAC) dell’OCSE, oppure del cosiddetto “aiuto legato” che condizione l’aiuto all’acquisto di beni servizi del paese donatore. Nel 2017 si rileva un 15% di componete di aiuto legato e un 30% di aiuto parzialmente legato. O ancora dell’aiuto gonfiato dovuto alle cancellazioni del debito o degli interessi nella restituzione dei crediti di aiuto.

In questo quadro il rapporto propone una serie di raccomandazioni per gli stati europei affinchè in sede di rendicontazione al Comitato sviluppo dell’OCSE sull’utilizzo degli aiuti si adottino criteri improntati alla massima trasparenza, alla omogeneità nel riportarli, attenendosi alle regole OCSE da un lato, ma soprattutto riferendoli ai criteri di vera efficacia dell’aiuto comunemente definiti e sottoscritti nelle varie sedi internazionali. Metodi tanto più necessari considerando il ruolo crescente del settore privato nella cooperazione, che se non adeguatamente regolamentato può produrre, non maggiore impatto per lo sviluppo, ma fenomeni di distorsione e diversione dell’aiuto.

 

L’Italia e le scelte da fare

L’Italia nel Rapporto registra un risultato quantitativamente importante, raggiungendo lo 0,29% di APS, che è già diventato 0,30% nei dati finali 2017. Una buona performance rispetto alla tabella di marcia fissata, che stabiliva questa percentuale per il 2020. Per noi però è particolarmente forte l’incidenza dei costi dei rifugiati, quasi un terzo del totale degli aiuti (31,4%nel 2016). Come e più che per altri paesi quindi sarà importante che le risorse disponibili dalla diminuzione dei flussi di migranti e rifugiati, a partire dalla legge di bilancio del 2018, siano riallocati in modo efficace e coerente con gli obiettivi di sviluppo. La recente nota di aggiornamento del bilancio, molto positivamente indica una accelerazione dell’impegno italiano per l’aiuto aiuto pubblico che da qui al 2021 dovrebbero portare l’Italia a toccare lo 0,40% di APS. Vedremo se questi impegni saranno rispettati sia nella quantità che nella qualità e autenticità dell’aiuto.

Francesco Petrelli – Portavoce di Concord Italia/ Oxfam Italia

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