a cura di Paola Berbeglia*

Dal 26 al 28 di novembre si è tenuto a Praga il terzo Learning and Exchange Forum (LEF) organizzato da Concord Europa. Il tema di quest’anno era incentrato su una riflessione da parte del mondo delle ONG, che dovevano “guardarsi allo specchio” e riflettere sulla distanza dagli altri movimenti della società civile in vista di un cambiamento.

I Learning and Exchange Forum sono ormai un’occasione consolidata di confronto in casa Concord. Il primo è stato organizzato a Budapest nel 2016 ed era centrato sull’evidenza del restringimento degli spazi per la società civile mentre Orban accentuava la sua politica di chiusura di giornali e riviste e delle associazioni legate al mondo dell’ambientalismo, tacciando tutti di essere spie e sovversivi. Il secondo LEF si è svolto a Tallin durante lo scorso anno. Il tema riguardava direttamente la modalità di fare campagne come strumento importante per la diffusione del messaggio delle ONG.  Questo ultimo LEF di Praga ha riguardato invece il cambiamento culturale e la nuova narrazione, nonostante i temi dei primi due rimangano ancora assolutamente attuali.

Nel discorso di apertura alcune riflessioni sono state espresse proprio dalla piattaforma Concord Italia che insieme alla piattaforma Ceca ha aperto l’evento:

“Il LEF è probabilmente lo spazio più mescolato, disordinato, creativo e inclusivo che esiste in Concord. Ma cambiamento non sempre è sinonimo di buon cambiamento. Il professor Gennaro Sasso insegnante di filosofia teoretica all’università La Sapienza diceva che il cambiamento non è sinonimo di progresso e che il progresso in filosofia non esiste e in questo momento stiamo vivendo in un paese nel quale parlare politicamente di cambiamento può significare anche regressione. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, diceva Ghandi : queste le  parole di ispirazione per le ONG, la cui identità e i cui valori hanno evidentemente bisogno di essere riscoperti”:

Tuttavia oggi stiamo affrontando sfide serie, che stanno erodendo i nostri sforzi di mantenere vive queste parole Le ONG infatti ad oggi stanno tentando di realizzare dei cambiamenti, ma in realtà sono sotto minaccia.

  • Contestiamo i governi ma siamo ridotte in spazi sempre più angusti
  • Mettiamo in discussione il sistema ma siamo a nostra volta messi in discussione da populisti e da partiti estremisti
  • Combattiamo per la parità di genere ma spesso uomini anziani bianchi sono gli unici a prendere le decisioni nelle nostre strutture
  • Combattiamo per l’inclusione ma talvolta parliamo al posto delle persone, invece di dar loro voce
  • Contestiamo le multinazionali ma stiamo perdendo il supporto dei cittadini
  • Combattiamo per l’uguaglianza ma il nostro settore è marcato al suo interno da inuguaglianze rispetto alla gestione del potere

Quindi oggi dobbiamo sollevare il problema di non “predicare soltanto ai convertiti” e di allargare l’audience a chi non vuole ascoltarci. Siamo in un’epoca nella quale i fatti parlano per noi più delle parole. La forza di rischiare, di esporci con gentilezza, tenacia, coraggio è la nostra resilienza. Basta silenzio, è venuto il tempo di agire, è venuto il tempo della resistenza civile. A coloro che esaltano la forza opponiamo la mitezza, alla violenza la solidarietà, fino alla disobbedienza, che può essere una virtù.

Una volontaria italiana in Kenya è stata rapita e circa 12000 messaggi arrivati dicevano sostanzialmente “stai a casa, cura gli italiani senza tetto” “non hai nessun bisogno di andare in Africa” Come se il mondo finisse alla frontiera. “Tenetevela, fatele violenza” sono le parole inascoltabili che abbiamo sentito in questi giorni. Questa cultura vergognosa, anni fa, non poteva manifestarsi, oggi si. Oggi invece persone violente e divisive hanno spazio e permeano la nostra cultura. Non si vergognano e di fatto questo è il cambiamento che sta prendendo piede.

Il programma del LEF è stato dunque costituito con inputs come questi portati al tavolo da molti dei partecipanti e ha fornito spazi per giocare un ruolo attivo, condurre discussioni ed esaminare proposte diverse. Gli interventi che si sono susseguiti hanno stimolato la riflessione su temi trasversali come quello dell’inuguaglianza, su genere e diversità, equilibrio di potere nella governance, salvaguardia, neocolonialismo o responsabilità. La piattaforma Ceca FoRs che ospitava il forum ha apportato un ulteriore “versante” nazionale alla discussione generale, grazie a una conferenza serale sulla comunicazione mass mediale in tempi di “crisi di umanità”.

Alcuni spazi sono stati lasciati alla libera decisione dei partecipanti e si sono affrontati temi quali il restringimento o il cambiamento dello spazio per la società civile e il passaggio di potere agli attori locali o alle piccole associazioni. Un terzo gruppo ha svolto un gioco di ruolo sperimentale sull’inclusione e la diversità.

I passi successivi saranno condotti a diversi livelli: per i partecipanti individualmente, con i colleghi e all’interno di Concord. Ma anche i partecipanti pensando in modo creativo hanno elaborato proposte innovative per i prossimi incontri.

Possiamo trarre la conclusione che il Forum di apprendimento e scambio è stata l’occasione per avviare una conversazione sul cambiamento culturale che richiederà ulteriore attenzione nelle discussioni future e che speriamo sia il seme di un futuro impianto per il nostro settore.

*Coordinamento Concord Italia / Associazione Crea

Share →

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *